E dopo giorni di silenzio si fece sentire anche Hassan Nasrallah, capo indiscusso di Hezbollah, il movimento terrorista sciita che tiene sotto ostaggio il Libano. «Se Iran o Siria verranno attaccati, la guerra non rimarrà circoscritta a quelle aree ma diventerà una vera e propria guerra regionale» ha tuonato il capo terrorista legato a Teheran.
In un discorso diffuso questa mattina dai media libanesi, il capo di Hezbollah avverte che se l’Iran verrà attaccata da Israele la risposta sarà durissima e che Hezbollah “farà parte della risposta stessa”. «Se i sionisti si illudono di circoscrivere il conflitto ad un confronto tra Iran e Israele si sbagliano di grosso» – ha detto nel suo messaggio Nasrallah – «Hezbollah e le forze regolari libanesi non rimarranno inerti di fronte all’aggressione sionista di uno Stato sovrano e amico del Libano qual è l’Iran».
Ci si aspettava prima o poi una uscita del genere da parte del capo di Hezbollah che nei giorni scorsi con il suo silenzio aveva fatto pensare che il gruppo terrorista libanese cercasse in qualche modo di “defilarsi” da un eventuale conflitto tra Iran e Israele. Evidentemente da Teheran lo hanno richiamato all’ordine e gli hanno intimato di “scendere in campo” con tutta la sua potenza militare.
Negli ultimi anni, nonostante la presenza nel sud del Libano della missione di pace UNIFIL 2, Iran e Siria hanno rifornito regolarmente Hezbollah di missili di ogni tipo tanto da rendere il movimento terrorista sciita meglio armato dello stesso esercito libanese trasformando questo gruppo terrorista in un vero pericolo per tutta l’area, in grado di prendere il controllo dell’intero Libano e di condizionarne la politica interna ed estera.
A Gerusalemme non sottovalutano le minacce di Hezbollah. I militari israeliani sanno benissimo che in caso di attacco alle centrali nucleari iraniane la prima risposta arriverà proprio dal Libano. Per questo già da diversi giorni è stato innalzato il livello di allarme in tutta la regione nord di Israele mentre, secondo fonti non confermate, diverse divisioni militari sarebbero in stato di massima allerta. Rinforzato anche il sistema antimissile intorno ai maggiori centri del nord del Paese e intorno ai centri strategici che possono essere colpiti dai missili di Hezbollah.
Nasrallah, nel suo delirio, è poi passato a minacciare persino gli Stati Uniti che, secondo il capo terrorista, starebbero cercando di destituire Bashar Assad, il dittatore siriano che da mesi sta massacrando il suo popolo. «Gli Stati Uniti stanno cercando di soggiogare la Siria» – ha detto il leader di Hezbollah – «ma l’asse tra Iran, Siria ed Hezbollah (Libano) regge e noi faremo di tutto per difendere i nostri fratelli siriani». Nasrallah ha detto di avere batterie di missili antinave schierate lungo le coste del Libano in grado di spazzare via la flotta americana o qualsiasi altra flotta si schieri davanti alle coste libanesi.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande da rivolgere ai comandanti delle forze Onu presenti in Libano (tra cui molti italiani): (1) come è possibile che Nasrallah sia così sicuro di poter evitare un controllo da parte di UNIFIL o comunque una maggiore attenzione dato che ammette apertamente di aver eluso l’embargo imposto dall’Onu? (2) In caso di conflitto tra Hezbollah e Israele, cosa farà UNIFIL? (3) Se Hezbollah dovesse attaccare Israele con il lancio multiplo di missili (ipotesi molto probabile), UNIFIL continuerà a fare da scudo umano ai terroristi oppure si farà da parte? Ai posteri l’ardua sentenza.
Sharon Levi