Solo una mossa sbagliata? State attenti voi…

Un articolo del Teheran Times uscito ieri nella tarda serata intitolato “solo una mossa sbagliata” mostra gli obiettivi che l’Iran colpirebbe in Israele se lo Stato Ebraico dovesse attaccare obiettivi in Iran.

L’articolo sembra una risposta iraniana ad un altro articolo pubblicato su Jnet nel quale si affermava che colpendo i siti iraniani in Siria Israele mandava un messaggio a Teheran.

Il Teheran Times cita il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, il quale avrebbe detto «di non prendere mai alla leggera le minacce dei nemici».

Al di la della spacconata del Teheran Times (poveracci, già li vedo perdere ore e ore con google map per fare una mappa dei siti da colpire che tenga conto dei confini di Gaza e del Libano) mi sembra che sia arrivato per Israele il momento di minacciare un intervento militare definitivo.

Si definitivo come quello che minaccia il Teheran Times con quella mappa, un intervento militare che non tenga conto delle vittime civili esattamente come quello ventilato dagli iraniani.

Un intervento definitivo che faccia capire alla comunità internazionale che VERAMENTE Israele non permetterà all’Iran di avere armi nucleari, che faccia capire cioè che a Gerusalemme non scherzano e che piuttosto che vedere colpiti tutti quei siti in Israele interverranno preventivamente e definitivamente.

Fino ad oggi Israele non ha mai ammesso di avere armi nucleari, anche se è il segreto di Pulcinella. Ora non solo è arrivato il momento di ammetterlo, ma è arrivato anche il momento di usarle prima come deterrente e se non fosse abbastanza come una minaccia concreta.

Gli Ayatollah devono sapere che non sopravviveranno ad una guerra con Israele, mentre il popolo iraniano deve essere cosciente che il costo in termini di vite umane sarà altissimo e che tutto il conto sarà da addebitarsi unicamente agli Ayatollah che vogliono distruggere uno Stato libero e democratico. Gli iraniani devono sapere che la colpa non sarà di quello stato che non può fare altro che difendersi.

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