Armi chimiche siriane verso Hezbollah. Israele pronto ad intervenire

Ci vogliono solo due ore per trasportare le armi chimiche siriane dal luogo dove vengono custodite, la base di al-Safira a nord-ovest di Damasco, fino alla valle della Bekaa e quindi consegnarle ad Hezbollah. E’ questo quello che emerge da una riunione tra le intelligence israeliana e statunitense, fatto questo che nelle ultime ore ha allarmato non solo USA e Israele ma anche la Giordania e la Turchia che hanno alzato il livello di attenzione dei loro eserciti.

Cresce il timore che le armi chimiche siriane finiscano in mano ai terroristi di Hezbollah o a quelli di Al Qaeda e contestualmente cresce la possibilità che Israele decida di agire e di distruggerle prima che ciò avvenga. Questa mattina la Turchia ha schierato diverse batterie di missili terra/aria lungo il confine con la Siria. Altrettanto ha fatto la Giordania a dimostrazione che c’è molta apprensione su ciò che potrebbe accadere dopo la caduta di Assad, ormai data per certa.

La base dove vengono custodite le armi chimiche siriane è controllata da unità della guardia personale di Assad, quindi fedelissime al regime. Nella stessa base vi sono diverse armi in grado di trasportare testate chimiche (missili Scud della serie C e D) difesi da sistemi d’arma molto sofisticati come i missili antiaerei di fabbricazione russa Pantsyr-S1 (nome in codice NATO SA-22 Greyhound). Il rischio che sia le armi chimiche che le armi e i sistemi d’arma finiscano in mano ad Hezbollah o ad Al Qaeda è elevatissimo ed è un rischio che non si può correre. Ne sono convinti sia i vertici militari israeliani che quelli Statunitensi. Per questo ieri il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak ha ribadito che “Israele sta monitorando con molta attenzione quello che avviene in Siria e si tiene pronto ad intervenire per distrugger le armi chimiche siriane e i sistemi d’arma prima che finiscano in mani sbagliate”.

Tuttavia Israele potrebbe non agire da solo. In ambienti vicini al Ministero della Difesa israeliano circolano voci insistenti di un coordinamento tra aviazioni di Israele, Turchia e Giordania con la regia USA. Lo stesso Barak ad una domanda sull’ipotetico coordinamento tra Israele, Turchia e Giordania ha ammesso  che “è interesse comune che quelle armi chimiche non finiscano in mano ai terroristi” ammettendo di fatto che tale ipotesi esiste ed è concreta.

I principali timori sono fondamentalmente due, quello di un vuoto di potere dopo la caduta di Assad che potrebbe aprire le porte degli arsenali ai terroristi (magari pagando le guardie personali del dittatore), ipotesi questa molto realistica visto che l’opposizione siriana sembra tutto fuorché organizzata. Il secondo timore è legato ad un eventuale ultima follia del regime che, come estrema  azione prima di cadere, potrebbe regalare le sue armi chimiche e i sistemi d’arma a Hezbollah. Sembrerebbe che su questa seconda ipotesi ci sia una fortissima pressione iraniana. In ambedue i casi l’immobilità di Israele e delle altre potenze regionali potrebbe essere letale e di certo non sono ipotesi accettabili.

Sarah F.