Prima era “pace in cambio di terra” ma non è servito a niente. Israele ha restituito la Striscia di Gaza e altri territori ma la pace non è arrivata, anzi, Gaza è diventata la base del terrorismo islamico. Poi è stato offerto ai palestinesi il 99% dei territori a loro attribuiti dall’Onu, ma anche questo non è servito a nulla e i palestinesi sono ancora li a parlare di guerra e a lanciare dichiarazioni bellicose. Con l’Iran si vorrebbe fare la stessa cosa, si vorrebbe cioè imporre a Israele di parlare di pace mentre tutti gli altri parlano di guerra.
Da anni Ahmadinejad parla molto apertamente, anche in sedi internazionali come l’Onu, che il suo obbiettivo è quello di distruggere Israele. Qualcuno tra i cosiddetti “pacifisti” si è affrettato a dire che non era una vera e propri minaccia di genocidio ma una specie di “modo di dire”. Però nel frattempo tutte le mosse fatte dall’Iran sono andate nella direzione che il dittatore persiano aveva detto, cioè in quella della distruzione di Israele. L’Iran appoggia apertamente Hamas ed Hezbollah, cioè due pericolosissimi movimenti terroristici che qualcuno, sempre tra i cosiddetti pacifisti, vorrebbe far passare per “movimenti politici”. Teheran sta cercando con tutti i mezzi di arrivare a detenere un arsenale atomico con il chiaro intento di imporre al mondo le sue volontà. Ha riempito gli arsenali libanesi, di Gaza e siriani di missili potentissimi in modo da tenere “sotto scacco” Israele nel caso di un conflitto. Sta portando avanti una politica di attentati contro le sedi diplomatiche israeliane in tutto il mondo e stringe alleanze volte a colpire gli interessi ebraici in ogni parte del globo. Insomma, l’Iran sta facendo di tutto meno che parlare con parole di pace.
Tuttavia e nonostante tutte le evidenze, Washington vorrebbe che Israele continui a parlare di pace. Lo ha ribadito l’altro ieri il Consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Obama, Tom Donilon, in visita in Israele. Gli USA vogliono che Israele non faccia niente per fermare l’Iran e che aspetti che sia la politica, attraverso le sanzioni, a fare il lavoro dei cacciabombardieri. Di nuovo si chiede quindi a Israele di applicare la formula “pace in cambio di terra” solo che questa la volta la terra da concedere è lo stesso Stato di Israele.
Di certo il fatto di avere a Washington un Presidente islamista non aiuta, uno che appena salito al potere non ha saputo fare niente di meglio che andare a prostrarsi di fronte agli adoratori di Allah, uno che ha fatto di tutto per consegnare il Nord Africa all’islam integralista, che da anni parla di “politica della mano tesa” con l’Iran mentre da Teheran continuano imperterriti a dare sberloni a destra e a manca. Cosa ci si può aspettare da un presidente del genere se non che chieda, ancora una volta, a Israele di accettare immobile il corso degli eventi? Solo che questa volta si chiede troppo a Israele, gli si chiede di suicidarsi.
E’ sempre brutto parlare di guerra, ma non è possibile parlare di pace con chi ti punta un fucile alla tempia, con chi ha come unico obbiettivo quello di eliminarti. Israele lo ha fatto per anni con i palestinesi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Fare la stessa cosa anche con l’Iran sarebbe davvero letale per il piccolo Stato Ebraico.
Franco Londei