Erdogan, Hamas e il concetto di negoziati

Facciamo un esempio astratto: immaginate che Abdullah Öcalan, leader del PKK (Partito dei lavori del Kurdistan), invece che in una galera turca sia libero e che nella sua veste di capo del gruppo riconosciuto come terrorista da USA, UE e altri, si rechi in visita ufficiale in Israele dove viene accolto come un eroe e che durante questa visita il Governo israeliano chieda alla Turchia di riconoscere esplicitamente il PKK e di ammetterlo ad eventuali colloqui di pace con un altro gruppo curdo (va bene un nome di fantasia). Come reagirebbe il Governo turco?

Ora, prendete l’esempio astratto fatto prima e trasformatelo in realtà cambiando gli attori. Al posto di Abdullah Öcalan metteteci Ismail Haniyeh, leader di Hamas a Gaza, al posto del PKK metteteci Hamas e al posto del Governo israeliano metteteci quello turco. Otterrete esattamente quello che è avvenuto ieri in Turchia dove il leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, è stato accolto come un eroe dal Primo Ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, che nel suo discorso seguito all’incontro ha chiesto (lui da buon nazista lo pretende) che Hamas sia parte dei colloqui di pace con Israele e che venga quindi riconosciuto.

Ora, a parte che qualcuno dovrebbe spiegare a Erdogan che Hamas (come il PKK) è riconosciuto da USA, Unione Europea e altri, come un gruppo terrorista e quindi un capo di un Governo che si definisce democratico non dovrebbe accogliere i capi terroristi. E poi di quali colloqui di pace parla Erdogan? Colloqui con chi? L’obbiettivo di Hamas non è una pace stabile con Israele ma la distruzione dello Stato Ebraico. Lo dicono loro praticamente ogni giorno. Quindi Erdogan cosa chiede a Israele, di negoziare la sua distruzione?

Ci sembra francamente che il capo del Governo turco abbia un concetto della parola “negoziati” che non corrisponde minimamente agli standard internazionali che prevedono che in un negoziato la prima cosa che devono fare i vari contendenti è quella di riconoscersi reciprocamente. Nel caso dei cosiddetti negoziati tra israeliani e palestinesi questo concetto esiste solo da una parte, quella israeliana, perché da parte palestinese (anche da parte della ANP se vogliamo essere proprio precisi) c’è un netto rifiuto al riconoscimento di Israele.  Come si può negoziare con chi non ti riconosce? Su questo l’esempio astratto del PKK non tiene perché almeno il gruppo curdo riconosce il Governo di Ankara come interlocutore. Hamas invece si rifiuta categoricamente di riconoscere il Governo di Gerusalemme come interlocutore e Israele come Stato.

Concludendo, si fa tanto parlare di negoziati tra gli arabi che occupano la Palestina e Israele ma non si chiede agli arabi di riconoscere lo Stato Ebraico, cioè si sorvola allegramente sulla base fondamentale di ogni negoziato. E’ un caso unico nella storia dell’umanità, ma ormai il mondo ci ha abituati a trattare gli arabi che occupano la Palestina in maniera completamente diversa da tutti gli altri popoli della terra e in modo del tutto esterno al Diritto Internazionale. La richiesta di Erdogan ne è l’esempio lampante.

Sharon Levi