Palestina: in caso di accordo tra ANP e Hamas l’Europa potrebbe tagliare i finanziamenti

Oggi è il giorno dell’incontro tra il Presidente della Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), e il capo di Hamas, Khaled Mashaal, per decidere del futuro del prossimo Governo di unità nazionale palestinese. L’incontro avviene al Cairo sotto l’egida del Governo egiziano.

Le posizioni dei due leader sono molto lontane. Mashaal ha già avvisato che Hamas non rivedrà la sua posizione su Israele, cioè secondo il capo del gruppo terrorista palestinese non si dovrà trattare con Gerusalemme e, chiaramente, ogni riconoscimento dello Stato ebraico è da escludersi. «Israele è il nemico e i nemici si combattono e si distruggono»  ha detto Mashaal prima di partire per il Cairo a un folto gruppo di giornalisti che gli chiedeva se in caso di accordo con la ANP le posizioni di Hamas su Israele si sarebbero alleggerite. E poi c’è la questione del Premier. Hamas non vuole Salam Fayyad come Primo Ministro del Governo di unità nazionale mentre Abu Mazen pretende che l’attuale Premier rimanga al timone della Palestina.

Come si vede un accordo tra la ANP e Hamas è tutto fuorché scontato. I problemi da risolvere tra le due fazioni palestinesi sono tanti e non di facile soluzione. A questi problemi va poi aggiunto quello dell’Europa, contraria a qualsiasi ipotesi di accordo tra ANP e Hamas, una posizione che condivide con gli USA. Due settimane fa il Presidente Obama ha fatto sapere che gli Stati Uniti potrebbero bloccare i finanziamenti alla ANP in caso di accordo con il gruppo terrorista di Hamas. Oggi anche l’Europa fa sentire finalmente la sua voce. Lo fa attraverso il suo rappresentante in Cisgiordania, Andrew Standley, il quale ha ammonito che in caso di accordo con Hamas anche la UE potrebbe tagliare i finanziamenti alla ANP. La condizione perché ciò non avvenga è quella che Hamas accetti di trattare con Israele, cosa che come abbiamo visto Mashaal ha escluso a priori.

Era ora che l’Europa si facesse sentire con una voce che dissentisse da quella inqualificabile di Catherine Ashton, decisamente filo-Hamas. Un accordo tra ANP e Hamas con questi ultimi che hanno come obbiettivo la distruzione di Israele, non può e non deve essere accettato dai donatori internazionali perché vorrebbe dire finanziare il terrorismo.

Ora aspettiamo di vedere cosa farà oggi Abu Mazen. Se, nonostante tutto, accettasse ancora di fare un accordo con Hamas allora vorrebbe dire che ne condivide gli obbiettivi e ogni trattativa con Israele verrebbe automaticamente preclusa. Poi vedremo se anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti passeranno dalle parole ai fatti.

Sharon Levi