Con una azione veramente sorprendente il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto scusa per i massacri effettuati dai turchi ai danni del popolo curdo nel 1930 quando vennero massacrati circa 14.000 curdi.
A dire il vero quasi tutti gli analisti sono concordi nell’affermare che la mossa a sorpresa di Erdogan ha una valenza esclusivamente politica e non umana. Il premier turco vuole mettere in cattiva luce e infangare la reputazione dell’attuale partito di opposizione che era al potere in quel momento. Infatti nessuna parola è stata detta , per esempio, sul genocidio armeno oppure su un allentamento dei bombardamenti sui villaggi curdi che sono proseguiti anche ieri. Le scuse di Erdogan ai curdi sono arrivate (non per niente) al culmine di un acceso scambio di accuse con il leader dell’opposizione sulla sanguinosa campagna contro i curdi che sta colpendo indiscriminatamente decine e decine di civili nel vergognoso silenzio dei “pacifisti”.
Insomma, siamo di fronte ad un atto ipocrita e malevolo che non ha niente a che vedere con delle scuse fatte con il cuore verso un popolo che da immemorabile tempo subisce l’occupazione della propria terra e ha dovuto sopportare innumerevoli atti di violenza e incredibili stragi.
Il Kurdistan attualmente è occupato da ben quattro nazioni: la Turchia, l’Iran, l’Iraq e la Siria. Da tempo alle legittime richieste del popolo curdo di avere una certa autonomia, gli occupanti (in particolare Turchia e Iran) rispondono con ulteriori restrizioni alla libertà e con violenze inaudite. Da diversi mesi è in atto una campagna militare portata avanti da Turchia e Iran che sta cercando di stroncare la resistenza curda anche all’interno dei confini iracheni dove la regione del Kurdistan iracheno gode di una certa autonomia.
Secondo Protocollo in collaborazione con altre associazioni sta preparando “Convoy of Freedom”, un convoglio umanitario che si prefigge gli obbiettivi di portare aiuti umanitari alla popolazione curda e di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla sanguinosa aggressione turco-iraniana a questo popolo che da tempo immemorabile viene soggiogato e massacrato nell’assordante silenzio del mondo.
Rebecca Neumann