C’è da rimanere attoniti a leggere l’editoriale di Gideon Levy apparso su Haaretz nel quale lo “strano giornalista” afferma che la causa dell’odio dimostrato ultimamente da Turchia ed Egitto nei confronti di Israele deriva unicamente dai fatti dell’operazione “Piombo Fuso”.
La tesi di Gideon Levy è che le immagini di quell’attacco a Gaza, un attacco per altro assolutamente difensivo, trasmesse dalle Tv di tutto il mondo abbiano accentuato l’odio degli arabi nei confronti di Israele. L’idea, per quanto bizzarra, sarebbe accettabile se le masse arabe si fossero alterate anche di fronte alle migliaia di immagini e video trasmessi dalle Tv di tutto il mondo che riprendevano le stragi perpetrate dal regime iraniano durante le manifestazioni post-elettorali, oppure di fronte ai carri armati di Assad che sparano sulla gente inerme in Siria. Invece le masse arabe non si sono mosse (o quantomeno non fatto un fiato)nemmeno quando Assad ha fatto sparare sugli “amatissimi” palestinesi del campo profughi di Raml.
Come spiega tutto questo il buon Gideon Levy? Non lo spiega affatto, anzi, da buon filo-arabo attribuisce tutte le responsabilità a Israele e non cita minimamente le ragioni che portarono alla operazione Piombo Fuso, cioè le migliaia di missili sparati da Gaza verso Israele, come se fosse una cosa normale che un gruppo di fanatici terroristi tengano sotto tiro milioni di Israeliani.
Ho l’impressione che si stia andando oltre, molto oltre, la semplice analisi dettata da ragioni politiche o ideologiche. Ho l’impressione che si stia facendo di tutto per “legalizzare l’odio antisemita” con giustificazioni del tutto fuorvianti. La Turchia attacca Israele? E colpa di Gerusalemme perché ha impedito a un gruppo di terroristi di linciare i militari israeliani che erano saliti disarmati su una nave che cercava di forzare il blocco su Gaza. Insomma, se Israele fosse uno Stato “buono e democratico” avrebbe permesso ai terroristi della IHH di linciare i suoi soldati e magari poi avrebbe pure chiesto scusa per aver tentato di fermarli. In Egitto attaccano l’ambasciata israeliana al Cairo e cercano di far fuori sei dipendenti disarmati che poi riescono a fuggire solo perché travestiti da arabi? Tutto normale. I giovani arabi sono incazzati con Israele per le immagini diffuse dalle TV sulla operazione Piombo Fuso. I terroristi di Hamas sparano decine di missili sulle teste degli israeliani? Che cavolo, dobbiamo capirli, sono frustrati per il blocco imposto sulle armi a Gaza. Uno Stato democratico, come dice di essere Israele, dovrebbe consentire il passaggio di armi ed esplosivi e magari togliere pure quell’odioso muro che impedisce ai democratici kamikaze di andare a farsi esplodere sugli autobus israeliani.
State pensando che esageri con la mia retorica? Ma pensateci bene per un momento. In fondo è proprio questo che stanno dicendo gli illuminati analisti sinistri filo-arabi di tutto il mondo per spiegare perché gli arabi ce l’hanno tanto con Israele. Gli israeliani hanno la colpa, gravissima, di non accettare di essere massacrati, annientati, cancellati dalla mappa geografica. Hanno la colpa di difendersi da chi li attacca.
Un altro giornalista israeliano, Tomer Velmer, si chiede, con riferimento agli attacchi in Egitto: perché ci odiano tanto? Perché ci odiano dopo che con una pace durata 32 anni (seppur con alti e bassi) l’Egitto ha beneficiato immensamente, anche a livello economico, del buon rapporto di vicinato? Perché gli egiziani non si chiedono piuttosto i motivi per cui da quando è stato deposto Mubarak il tasso di disoccupazione in Egitto è più che raddoppiato? La risposta gliela da con estrema chiarezza Mordechai Kedar, ricercatore senior del Begin-Sadat Center for Strategic Studies della Bar-Ilan University: “perché gli egiziani odiano gli ebrei e perché quando Sadat fece la pace con Israele nessuno era d’accordo. Per questo venne ucciso”.
Odio, è questa la parola chiave, quella stessa parola che i filo-arabi, gli odiatori e gli antisemiti non vogliono sentire pronunciare cercando di nasconderla dietro a improbabili “colpe di Israele”.
Oggi è il decimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle, un attacco di matrice islamica sul quale non ci sono dubbi. Eppure c’è gente (e nemmeno poca) che anche di quell’attacco incolpa Israele. Come si può spiegare tutto questo se non l’odio profondo che una parte di umanità (se così si può chiamare) nutre per il popolo ebraico?
E’ arrivato il momento di guardare in faccia la realtà senza nascondersi dietro a improbabili scuse o ad arrampicamenti scellerati sugli specchi della storia. L’unica colpa che ha Israele è quella di esistere e di resistere. Ammettano questo gli odiatori, coraggiosi solo quando si tratta di nascondersi dietro ad analisi storicamente fasulle o, peggio, dietro a Diritti che non esistono. L’unico Diritto incontestabile è quello di Israele ad esistere e a difendere la sua esistenza con ogni mezzo.
Noemi Cabitza