L’olocausto che verrà

Oggi è il giorno della memoria, un giorno dove vengono ricordate le sei milioni (e passa) di vittime ebree assassinate dai nazisti. Sono tanti i termini che si possono usare per ricordare l’olocausto: Shoah, sterminio di massa, genocidio ecc. ecc. ma quello che secondo me rende bene l’idea è “deliberato e pianificato assassinio di ebrei su larga scala”.

In una giornata come oggi tutti sono indignati (meno i negazionisti), tutti pronunciano frasi d’effetto, tutti hanno bene in mente le migliaia di immagini che ricordano lo sterminio degli ebrei, non un genocidio qualsiasi, non una strage perpetrata da personaggi poco colti o dettata dall’odio tribale, ma qualcosa di pianificato scientificamente dalle migliori menti dell’epoca, qualcosa di studiato a tavolino, di estremamente organizzato ed efficace. Ci sono stati altri genocidi nella storia, ma nessuno è paragonabile a quello degli ebrei proprio perché scientificamente studiato, pianificato e attuato allo scopo di cancellare dalla faccia della terra un intero popolo.

Ora io vorrei che oggi si riflettesse sul significato della frase “cancellare un intero popolo dalla faccia della terra” perché proprio oggi, a distanza di 65 anni, quella frase torna a riecheggiare sinistra, non in maniera sotterranea e nascosta, ma nei discorsi ufficiali di capi di Governo, di leader religiosi, di capi di movimenti terroristici che controllano interi Paesi.

Oggi, nel 2010, la giornata della memoria deve avere un significato diverso, non deve servire solo a ricordare lo sterminio degli ebrei perpetrato dai tedeschi in un recente passato, non deve solo ricordare quelle menti brillanti e malate allo stesso tempo che lo pianificarono e lo attuarono con metodo scientifico, ma deve ricordare al mondo che quella folle ideologia non è morta e sepolta con i nazisti, ma è tuttora viva e vegeta. Per anni lo è stata in maniera sotterranea o mascherata da “motivi politici”, nascosta dietro al conflitto medio-orientale. Oggi torna ad emergere con spudorata franchezza. Oggi gente come Ahmadinejad torna a chiamare gli ebrei “il cancro dell’umanità che va estirpato”, le stesse parole che usavano i gerarchi nazisti. Ma il dittatore iraniano non è solo come lo era allora Hitler. Egli può contare su un nutrito seguito di altri dittatori (o finti presidenti democratici) che in modo palese o sottilmente manifestano il loro antisemitismo, la loro vicinanza alle idee del boia di Teheran. E poi ci sono gli arabi. Loro hanno sempre odiato l’ebreo, solo che fino a ieri erano costretti a farlo in silenzio. Oggi il potere dei petrodollari gli permette di manifestarlo apertamente e di finanziare il terrorismo finalizzato all’uccisione di ebrei, che si chiami Hamas, Hezbollah o Al Qaeda poco importa. Ma i peggiori sono gli antisemiti che si nascondono dietro alle parole “Diritti” e “Pace”, i negazionisti dell’ultim’ora, coloro che hanno una ideologia ben precisa ma che vogliono che quella ideologia sia scambiata per quello che non è, per una supposta volontà di pace che in effetti altro non è che una enorme ipocrisia nel momento in cui questi “pacifici personaggi” finanziano e alimentano idee come quelle di Ahmadinejad o di Hamas.

Ecco, personalmente vorrei che la giornata della memoria servisse a ricordare non solo quello che è stato l’olocausto ebraico durante la seconda guerra mondiale, ma che aprisse gli occhi della gente sull’olocausto che potrebbe essere, sul prossimo deliberato e pianificato assassinio di ebrei su larga scala al quale gente come Ahmadinejad sta lavorando da anni. Si tende a sdrammatizzare le sparate antisemite del boia di Teheran. Si fece lo stesso errore nel 1939. Anche allora si chiusero gli occhi fino a quel 27 gennaio 1945 quando il mondo fu costretto a riaprirli di fronte alle terribili immagini di Auschwitz. Non facciamo anche oggi gli stessi errori di allora.

Articolo scritto da Miriam Bolaffi