Tiene banco l’incidente occorso al peschereccio italiano mitragliato da una motovedetta libica venduta a Tripoli dall’Italia. I toni tendono a smorzarsi e lo stesso Maroni ha detto che si è trattato di un incidente in quanto “i militari libici credevano che si trattasse di una imbarcazione di clandestini”.
Ed è proprio questo il punto: e se fossero stati veramente clandestini? Gli avrebbero sparato, gli avrebbero affondati e nessuno ne avrebbe saputo nulla? E’ questo l’accordo fatto dall’Italia con la Libia? Affondare le imbarcazioni dei clandestini? Il dubbio viene perché se quella riferita da Maroni è la scusa ufficiale di Tripoli è più che evidente che per loro è normale sparare alle barche di clandestini.
Ora il dubbio che sorge è: quante barche di clandestini hanno affondato i libici con le fiammanti motovedette regalate dagli italiani senza che nessuno ne abbia mai saputo niente? Quante volte i militari italiani erano a bordo di queste motovedette quando hanno sparato ai barconi dei disperati? E’ questa la linea di “respingimento in mare” concordata con la Libia? Affondare le barche?
Più che riferire sull’incidente occorso al peschereccio italiano, il Ministro Maroni dovrebbe rispondere a queste domande e dare risposte appropriate perché il sospetto che la linea seguita dai libici sia quella di affondare le barche è più che legittimo. Aspettiamo una risposta.
Bianca B.