Palestina: i Paesi arabi tagliano i fondi alla ANP. E’ la fine della pacchia?

Sembra proprio che l’Autorità Nazionale Palestinese sia arrivata al capolinea, almeno per quanto riguarda i maggiori finanziatori arabi che hanno tagliato notevolmente – quando non annullato completamente – gli aiuti economici. Insomma si sono stancati di finanziare un gruppo di corrotti che pensa solo a fare gli affari suoi e che per di più gira buona parte di questi finanziamenti a Gaza (controllata da Hamas) per il pagamento degli stipendi dei dipendenti statali.

A riferire della difficile situazione finanziaria in cui versa la povera ANP è stato ieri il portavoce del Governo palestinese, Ghassan al-Khatib, in una improvvisata conferenza stampa indetta per lanciare l’allarme ai donatori internazionali e alle Nazioni Unite avvisando che se le cose non cambieranno il prossimo mese di settembre non ci saranno soldi per pagare gli stipendi agli oltre 148.000 dipendenti pubblici.

Nel mirino di Ghassan al-Khatib ci sono in particolare quelli che fino a ieri erano i maggiori finanziatori dell’Autorità Nazionale Palestinese, cioè Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Secondo quanto riferisce il portavoce del Governo palestinese fino a questo momento nel 2010 i sauditi hanno versato nelle casse palestinesi “solo” 30.600.000 dollari. Nello stesso periodo dello scorso anno (2009) i versamenti erano stati invece di 241,1 milioni di dollari. Gli Emirati Arabi Uniti poi hanno effettuato un taglio pressoché totale con nessun versamento quest’anno mentre nel 2009 avevano versato nelle casse palestinesi qualcosa come 173.900.000 dollari.

E così a causa di questi “ingiustificati tagli” da questo mese la ANP sarà costretta ad adottare misure restrittive un po’ su tutto, a partire dall’utilizzo del parco macchine, 2000 veicoli di vario tipo a disposizione della nomenclatura palestinese che dovranno “girare di meno”. Tagliati anche i fondi per le “attività di rappresentanza” (cene, viaggi, festini ecc. ecc.) così come quelli destinati al mantenimento delle centinaia di inutili uffici che non si sa nemmeno bene cosa facciano. Davvero un duro colpo per il Governo palestinese.

Ufficialmente il motivo dei tagli è da individuarsi nella crisi economica globale che, a quanto pare, ha colpito anche i ricchissimi emiri del Golfo. In realtà Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti intendono lanciare un messaggio chiaro alla ANP: basta con gli sprechi e con le sottrazioni indebite di fondi. All’inizio del 2010 i Paesi donatori arabi, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, avevano chiesto alla ANP dettagliati resoconti finanziari, volevano cioè vedere dove finivano tutti i soldi che davano ai palestinesi. Quei resoconti non sono mai arrivati. Da qui i considerevoli tagli.

Secondo Ghassan al-Khatib alla base della considerevole crescita economica in Cisgiordania (+ 8%) ci sarebbero proprio gli aiuti al Governo palestinese, per cui anche la crescita si fermerebbe se non riprenderanno al più presto i versamenti.. In effetti non sarebbe proprio così. I Paesi donatori hanno potuto constatare che solo il 13% degli aiuti complessivi destinati alla Palestina vengono impiegati in progetti di sviluppo e nella costruzione di infrastrutture. Il resto viene impiegato in parte per mantenere l’imponente macchina burocratica e le migliaia di dipendenti pubblici (compresi quelli di Gaza), ma per buona parte di quelle somme non c’è alcuna giustificazione plausibile sulla loro destinazione.

L’Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di farsi carico delle somme non versate da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti avvertendo che se ciò non avverrà a settembre non potrà pagare gli stipendi dei dipendenti statali con conseguenze tutte da verificare. La Palestina, pur essendo uno dei Paesi più piccoli al mondo, è attualmente il maggior beneficiario mondiale di aiuti economici ricevendone molti di più di quanto ne ricevano altri Paesi in via di sviluppo (per fare un esempio gli aiuti pro-capite ai palestinesi sono quasi il triplo di quelli che riceve il Congo e il quadruplo di quelli che riceve lo Zambia). Tuttavia, a differenza di qualsiasi altro Paese al mondo, la Palestina non ha fino ad oggi mai dato alcuna giustificazione sull’utilizzo delle centinaia di milioni di dollari che ogni anno riceve dai Paesi donatori. Ora i Paesi arabi se ne sono accorti e hanno tagliato i fondi. Quando lo capiranno anche i Paesi europei e le Nazioni Unite?

Sharon Levi