Da quando esisteva l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) guidata da Yasser Arafat, il mondo palestinese è sempre stato un enorme catalizzatore di denaro e di interessi che vanno ben oltre quelli relativi ai Diritti dei palestinesi. Non è cambiato nulla con i cambiamenti apportati a determinati “statuti” palestinesi e con la nascita della Autorità Nazionale Palestinese (Anp).
A fronte di miliardi di dollari ricevuti nel corso degli anni, la Palestina non è riuscita a implementare un minimo di sviluppo tanto che la sua popolazione è oggi una delle più sottosviluppate del Medio Oriente. In genere si tende a dare le colpe di tutto questo al conflitto con Israele, ma è veramente così?
A parte che è difficilissimo accedere alle somme di denaro ricevute dalla Olp prima e dalla Anp adesso, come se fosse un segreto inviolabile. Molte di quelle somme sono andate a finire sui conti esteri dei dirigenti palestinesi. Chi non ricorda l’immensa fortuna spartita dai suoi eredi dopo la morte di Arafat? Anche ora di molte di queste immense somme di denaro non se ne sa niente, non si sa bene dove finiscano, almeno quelle ufficiali, perché a fianco di quelle “dimostrabili” ce ne sono altrettante di cui non si saprà mai niente e provenienti dall’Arabia Saudita e da diversi paesi del Golfo.
Ma andiamo per ordine. Secondo i dati ricevuti da varie istituzioni (ma non da tutte, alcune si sono rifiutate di fornirceli) nello scorso anno l’Autorità Nazionale Palestinese ha ricevuto un acconto di 200 milioni di dollari su una promessa complessiva di 900 dagli Stati Uniti. Dall’Unione europea ha ricevuto 200 milioni di euro per l’assistenza e 190 milioni in pagamenti. L’Italia ha destinato alla Palestina 54 milioni, la Francia 90, la Gran Bretagna 125, la Germania 180. Altri paesi europei hanno devoluto alle casse della Anp un totale di 330 milioni. Dall’Arabia Saudita sono arrivati 350 milioni di dollari, 250 milioni dagli Emirati, 200 milioni dal Bahrein, 200 dal Qatar, 180 milioni dal Kuwait e persino 80 milioni dal Qatar. La Libia ha destinato 220 milioni di dollari alla Palestina, l’Egitto 140 milioni. Rimangono tuttora sconosciute altre somme provenienti dall’Onu (questo è piuttosto grave, l’Onu sarebbe tenuto a fornire le cifre in chiaro) e da altre grandi organizzazioni internazionali quali Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale che, in teoria, non potrebbero nemmeno elargirle dette somme (per statuto possono elargire solo a Stati riconosciuti) ma che di fatto lo fanno. In ogni caso la “punta dell’iceberg” dei finanziamenti alla Anp ammontava nel 2009 a 1,820 miliardi di dollari e a 1,169 miliardi di euro. Se vogliamo essere precisi e portare tutto in dollari l’Autorità Nazionale Palestinese nel 2009 ha ricevuto all’incirca (dollaro più dollaro meno) 3,47 miliardi di dollari per lo sviluppo. E questi sono “solo” i soldi in chiaro, la punta dell’iceberg, poi ci sono i mille rivoli dei finanziamenti occulti.
La previsione per il 2010 è addirittura superiore a quella del 2009. Solo l’Unione Europea, per fare un esempio, ha stanziato 295 milioni di euro in impegni e 260 milioni in pagamenti. Poi ci sono gli interventi di emergenza e quelli per lo sviluppo gestiti da Echo che ammontano a circa 350 milioni ma sono fortemente passibili di aumento (ma almeno questi non finiscono nelle mani della Anp perché gestiti direttamente dalle Ong). Gli Stati Uniti prevedono di mantenere la parola data lo scorso anno e dopo l’acconto di 200 milioni di dollari entro il 2010 dovrebbero elargire gli altri 700 milioni. Gli Stati europei prevedono di mantenere gli stessi standard del 2009 con qualche eccezione al rialzo (la Norvegia e la Svezia), così come i Paesi del Golfo e i Paesi arabi nordafricani. In questo caso le somme aumenterebbero sostanzialmente se la Anp riuscisse a portare a casa un accordo con Hamas, soprattutto dall’Egitto.
Ora, viste queste cifre che, lo ribadiamo, sono in difetto, dove sono le opere, le infrastrutture, gli incentivi al commercio e tutti i progetti di sviluppo che doveva implementare l’Autorità Nazionale Palestinese? Dove sono le strade che dovevano favorire il commercio, le cooperative che dovevano gestire i prestiti a chi voleva mettersi a lavorare per conto proprio, dove sono le opere di irrigazione pagate dagli USA e dalla Unione Europea? Dove sono le serre? E le scuole?
La maggioranza dei palestinesi della Cisgiordania (Gaza è un discorso a parte che comunque faremo prossimamente) continuano a vivere quasi esclusivamente di aiuti che provengono dal Unrwa, l’agenzia creata apposta dall’Onu per i palestinesi e sui conti della quale non è possibile accedervi. Allora, dove sono finiti tutti quei soldi? E parliamo solo del 2009 senza andare a toccare gli anni precedenti.
Abu Mazen continua a chiedere soldi per tutto, soldi per la pace con Hamas, soldi per la pace con Israele, soldi per la polizia, soldi per l’esercito, soldi per la popolazione, soldi per lo sviluppo, soldi, soldi, soldi…… Non sarebbe il caso che qualcuno faccia veramente i conti in tasca alla Anp? In tanti sostengono di voler difendere i Diritti dei palestinesi. Bene, è una cosa onorevole. Ma continuando in questo modo si continuerà solo a difendere poche persone corrotte che non hanno nulla da guadagnare da una situazione di pace e che, fino a quando ci sarà tensione con Israele, continueranno a ricevere miliardi di dollari. E i palestinesi continueranno a essere il popolo più sottosviluppato del Medio Oriente.
Per questo motivo è, a nostro parere, assolutamente necessario creare una commissione ad hoc e totalmente indipendente (anche e soprattutto dall’Onu) che monitori e controlli costantemente il flusso di denaro destinato alla Autorità Nazionale Palestinese e che abbia la facoltà di accedere ai conti delle Nazioni Unite anche per verificare l’uso che viene fatto di questo enorme flusso di denaro. Continuare a chiudere gli occhi sugli enormi interessi che ci sono dietro al conflitto israelo-palestinese non porterà alla pace ma contribuirà a mantenere perennemente l’attuale situazione.
Secondo Protocollo
Si ringraziano per i dati forniti: Unione Europea, Ministero degli Esteri italiano, Auswärtiges Amt (Ministero degli Esteri tedesco), Ministère des Affaires étrangères (Ministero degli Esteri francese), Foreign Office (Ministero degli esteri britannico), Ministry of Foreign Affairs Kingdom of Saudi Arabia, Ministry of Foreign Affairs Kuwait, Segretariato del Consiglio Economico della Lega Araba.