“Il popolo iraniano è come una persona in una piscina. Lo Stato le tiene la testa sott’acqua per cercare di affogarla, ma improvvisamente la persona riesce a tirare fuori la testa dall’acqua, grida, respira, ma le mani dello Stato la ricacciano subito sott’acqua. Ma non riusciranno a trattenerla per sempre. Questa persona non rimarrà sott’acqua per altri trent’anni, ne uscirà molto prima”. Parole di Bahman Ghobadi, regista dissidente iraniano autore del film “i gatti persiani”.
Bahman Ghobadi è famoso in occidente per essere stato il fidanzato di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana arrestata e poi rilasciata dal regime la scorsa estate, ma in Iran è un vero e proprio mito per aver raccontato con il suo film, “i gatti persiani”, la vera gioventù iraniana, quella che ascolta la musica pop, rock e rap di nascosto perché vietata dal regime, che incide dischi clandestini che poi circolano in rete oppure attraverso i mille rivoli del mercato nero iraniano. Quella gioventù che non si discosta di molto dalla gioventù occidentale, che ha le stesse pretese di libertà, che vuole potersi divertire, che vuole vestirsi come gli pare, che vuole vivere le storie d’amore libera dalle imposizioni, che vuole ascoltare la musica che più gli piace.
Io non avevo ancora visto il film di Bahman Ghobadi, anche se ne avevo sentito parlare tanto soprattutto grazie alla rete e al festival di Cannes dove è stato accolto in maniera incredibile. Un articolo/intervista apparso su Les Inrockuptibles, una rivista francese che parla di musica e di film, mi ha spinto a cercarlo. Sono rimasta incantata anche perché, proprio dall’intervista, ho saputo che è stato girato in pochissimo tempo, completamente in clandestinità e con attori non professionisti. Eppure quel film è così reale, così vero nel suo riportare la realtà della gioventù iraniana, una gioventù così simile a quella occidentale che il film invece che a Teheran potrebbe essere stato girato a Roma o a New York, la differenza non si sarebbe vista.
A Teheran il film è stato bandito dal regime e quindi non si potrà mai vedere, almeno fino a quando rimarranno al potere Ahmadinejad e Khamenei. Ma come dice Bahman Ghobadi, i gatti persiani non si arrenderanno tanto facilmente. Il regime cercherà ancora di affogarli ma loro continueranno a rialzare la testa ancora e ancora, fino a quando i dittatori non verranno sconfitti. La voglia di libertà dei giovani iraniani è troppo grande per essere sconfitta.
Articolo scritto da Parisa Elahi