Tiene banco in queste ore il vertiginoso aumento della violenza in Afghanistan. I talebani stanno mantenendo la loro promessa di trasformare il voto che si terrà domani in un bagno di sangue. In questa escalation vengono purtroppo dimenticate le ragioni per cui si vota, le persone che si votano e le prospettive future di questo Paese simbolo del fallimento delle cosiddette “guerre per i Diritti” o delle “guerre umanitarie”.
Partiamo dal vedere per chi e per cosa votano gli afghani. Si vota per eleggere il Presidente (attualmente Hamid Karzai). In lizza ci sono 41 candidati ma solo quattro di loro hanno qualche possibilità di essere eletti o quantomeno di arrivare al ballottaggio. Questi sono:
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Hamid Karzai – 51 anni, eletto Presidente il 7 dicembre 2004. Secondo i sondaggi gode del 44% dei consensi, percentuale in aumento dopo gli accordi con i signori della guerra e con i radicali islamici
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Abdullah Abdullah – ex Ministro degli Esteri (rimase in carica dal 2004 fino al 24 marzo del 2006). Sicuramente il candidato più insidioso per Karzai. Combatté contro i sovietici prima e contro i talebani poi. Grande amico del Comandante Massoud, ucciso da Al-Qaeda pochi giorni prima dell’11 settembre 2001. Secondo i sondaggi gode del 26% delle preferenze
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Ramazan Bashardost – ex Ministro della Pianificazione. Ha denunciato più volte e pubblicamente la corruzione imperante nel Paese. I sondaggi lo danno al 10%
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Asharaf Ghani – 50 anni, di etnia pashtum come Karzai, ex Ministro delle Finanze e tra quelli che secondo Bashardost avrebbe favorito il proliferare della corruzione. Secondo i sondaggi avrebbe il 4% dei consensi
Come si vede dai numeri è prevedibile un ballottaggio tra Karzai e Abdullah. Tuttavia negli ultimi tempi il Presidente Karzai per ottenere l’appoggio dei “Signori della Guerra” ha firmato alcune leggi che ledono gravemente i Diritti Umani, soprattutto quelli delle donne, leggi che però fanno alzare notevolmente le sue probabilità di essere rieletto. Tra queste leggi la più controversa è quella che riguarda il “diritto del marito di chiedere prestazioni sessuali anche non consenzienti alla moglie” e di punirla (anche con punizioni corporali) in caso di un suo rifiuto, autorizzando e legalizzando di fatto lo “stupro domestico”. La stessa legge, in un altro capitolo, prevede addirittura pene ridicole per gli uomini che si rendono colpevoli proprio di stupro. Insomma Karzai ha svenduto i Diritti delle donne per ottenere qualche voto in più.
Non solo, Karzai ha recentemente fatto scarcerare i più grandi trafficanti di droga del Paese, arrestati dalle forze NATO, sempre allo scopo di avere l’appoggio dei Signori della Guerra. Infine, ciliegina sulla torta, ha promesso varie poltrone proprio a questi criminali tra cui spicca il nome del generale Abdul Rashid Dostum, leader della comunità uzbeka nel nord dell’Afghanistan, vero e proprio signore della guerra e accusato di crimini di guerra contro l’umanità per aver massacrato a sangue freddo 2.000 prigionieri talebani.
Secondo quanto affermato dai comandi militari della NATO i contingenti stranieri presenti in Afghanistan (tra i quali quello italiano) dovrebbero garantire il regolare svolgimento delle elezioni, segno questo della riconquistata democrazia afghana. Ma come si può parlare di democrazia o di libere elezioni quando i Diritti vengono svenduti in un modo così evidente, quando le donne non potranno andare a votare facendosi vedere in faccia, quando nelle bancherelle di Kabul e delle alte città afghane si possono trovare decine di migliaia di schede elettorali pre-compilate con il nome di Karzai?
Ma la domanda più “inquietante” in questa vigilia pre-elettorale macchiata dal sangue innocente di centinaia di persone è: quale futuro potrà avere l’Afghanistan in termini di democrazia e di Diritto? Francamente non vediamo un futuro roseo sotto questi aspetti. Dando per scontata la rielezione di Hamid Karzai, quando tutto sarà finito il Presidente dovrà passare alla cassa per pagare l’appoggio avuto dai Signori della Guerra, dai narco-trafficanti e dalle frange più estremiste e fondamentaliste direttamente legate ai talebani. Questo significa una decisa recessione dei Diritti delle donne afghane (se ricordo bene una delle ragioni per cui Bush decise di invadere l’Afghanistan), una generale recessione dei Diritti fondamentali per tutta la popolazione, un aumento della produzione di oppio e, molto probabilmente, una serie di accordi con i cosiddetti “talebani moderati”, gli stessi che impongono il burqa, fustigano le donne per qualsiasi cosa, lapidano con una facilità disarmante e uccidono come niente fosse. Non c’è che dire, una bella democrazia quella garantita dalle forze NATO.
Miriam Bolaffi (W.I.)